CHIRURGIA ESTETICA DEL VISO

Gli interventi di Villa Bella Clinic

L’intervento

Il lifting permette di riposizionare, sollevandoli, i tessuti molli della faccia e/o del collo. A tale scopo la pelle, il grasso e le fascie ed i muscoli sottostanti vengono dapprima scollati e poi risollevati, asportandone infine l’eccesso. Le incisioni, effettuate  davanti e dietro l’orecchio, esitano generalmente in cicatrici  di buona qualità. I risultati di questo intervento sono fra i più entusiasmanti di tutto il panorama della chirurgia estetica.

La convalescenza

Dopo l’ intervento le aree del viso trattate si gonfiano. Questo edema, talvolta di notevole entità (‘faccia a luna piena’), è di solito di breve durata e già una settimana dopo l’intervento si sarà molto ridotto.  In alcune aree particolari (zigomi, angoli della mandibola ecc.), spesso il gonfiore si risolve in un periodo più lungo che nelle altre zone del viso.  Talvolta sono presenti lividi (ecchimosi), localizzati di solito in aree circoscritte (più spesso nel collo), che tendono a scomparire in un tempo piuttosto  breve (15-20 giorni), ma che in alcuni casi permangono per periodi più lunghi. Fino a quando sono presenti i lividi ed il gonfiore è necessario evitare di esporsi ai raggi ultravioletti (niente sole, né lampade). Le zone interessate dall’intervento perdono transitoriamente la normale sensibilità, che di solito ritorna gradualmente in 3-6 mesi.

Al fine di organizzare la propria vita nel periodo post-operatorio, è necessario aver ben chiaro il concetto che solitamente si è ”presentabili” dopo 2-3 settimane e che il risultato definitivo dell’ intervento è raggiunto dopo almeno 3-4 mesi.

Le possibili complicanze

L’intervento di lifting, come tutte le procedure chirurgiche, è soggetto a complicazioni.

Ematoma: raccolta di sangue all’interno dei tessuti scollati, che generalmente compare nelle prime 24 ore e che deve essere evacuato.

Infezione: in questo tipo di intervento è rarissima e può essere risolta con una terapia antibiotica adeguata.

Cicatrici: la qualità delle cicatrici è normalmente ottima, ma in alcuni rari casi può anche essere scadente, di solito a causa di problemi insiti nella stessa pelle o per fenomeni irritativi. Talvolta la guarigione delle ferite, subisce dei ritardi a causa di problemi di natura ischemica, per il cui trattamento è necessario applicare particolari pomate.

Deficit motori: si tratta di disturbi della conduzione nervosa motoria destinata ai muscoli mimici; ad esempio quando si cerca di sollevare le sopracciglia, se ne muove una soltanto, oppure sorridendo si scoprono i denti da un solo lato. Questi fenomeni sono transitori e il ritorno alla normalità avviene di solito in un periodo variabile fra due settimane e sei mesi.

L’intervento 

Questa operazione, che ha la funzione di sollevare i sopraccigli, può dare grande soddisfazione se eseguita nell’indicazione corretta. Dapprima si rimuove con estrema precisione una striscia di pelle proprio sopra ai sopraccigli e si modellano accuratamente i tessuti molli sottostanti. Poi si scolla adeguatamente il margine inferiore verso il basso (dietro ai sopraccigli). Successivamente si procede affrontando i bordi della ferita residua con suture a strati sovrapposti. Infine si applica una medicazione leggermente compressiva.

La convalescenza

Nel periodo post-operatorio  immediato l’area sopraccigliare e le palpebre si gonfiano e spesso si formano di lividi. Le suture esterne vengono rimosse 4 giorni dopo l’intervento. Già dopo un paio di settimane si osserva un buon risultato, che tende progressivamente a migliorare con il tempo per divenire definitivo nel giro di alcuni mesi.

Le possibili complicanze

A distanza di circa 4-6 mesi le cicatrici sono in genere quasi invisibili. In alcuni casi, però, la cicatrizzazione potrebbe essere più o meno difettosa, rendendo necessaria una piccola revisione. Talvolta si osserva una parziale perdita del pelo nella parte superiore dei sopraccigli.

L’intervento 

Il lifting medio-facciale serve a riposizionare verso l’alto i tessuti della parte anteriore della guancia (zona zigomatica e area sottopalpebrale fino al solco naso-labiale). L’intervento viene effettuato attraverso due incisioni: una sotto le ciglia della palpebra inferiore e l’altra nella tempia, fra i capelli. Oltre a correggere il rilassamento tissutale questa operazione permette di migliorare anche la prominenza degli zigomi.

 

La convalescenza

Dopo l’ intervento le aree del viso trattate si gonfiano sempre (edema), talvolta minimamente, più spesso in modo piuttosto evidente. Questo gonfiore ha di solito durata relativamente breve e già 10 giorni dopo l’ intervento si sarà ridotto. Se sono presenti lividi (ecchimosi) conviene evitare di esporsi ai raggi ultravioletti (niente sole, né lampade). Le zone interessate dall’ intervento all’inizio perdono la normale sensibilità, che di solito ritorna gradualmente in pochi mesi. E’ molto importante seguire attentamente le istruzioni post-operatorie e utilizzare i farmaci prescritti, fra i quali anche colliri ed una pomata oftalmica.

Le possibili complicanze

Anche l’intervento di lifting medio-facciale, come tutte le procedure chirurgiche, è soggetto a complicazioni.

Ematoma: raccolta di sangue all’interno dei tessuti scollati, che per lo più compare nelle prime 24 ore e che deve essere evacuata.

Infezione: in questo tipo di intervento è rarissima e può essere risolta con una terapia antibiotica adeguata.

Cicatrici: la qualità delle cicatrici è normalmente ottima, ma in alcuni rari casi può anche essere scadente, di solito a causa di problemi insiti nella stessa pelle o per fenomeni irritativi. Disturbi della sensibilità e della motricità:  rari e più spesso monolaterali. Questi fenomeni sono transitori ed il ritorno alla normalità avviene di solito in un periodo variabile fra due settimane e sei mesi.

L’intervento

La blefaroplastica  permette di ridare allo sguardo la freschezza perduta a causa del rilassamento e/o dell’eccessivo ispessimento dei tegumenti palpebrali (cute, grasso, muscolo orbicolare), provocati da fattori genetici  o dall’invecchiamento. Questo intervento permette di eliminare le borse e la pelle in eccesso, nonché di “rimodellare” le palpebre. Se necessario, il solco della palpebra superiore può essere approfondito e quello sotto all’inferiore attenuato. Spesso contemporaneamente a questo intervento è indispensabile sollevare anche la porzione laterale della sopracciglia.

Nelle palpebre superiori la cicatrice residua all’intervento é situata per circa due terzi della sua lunghezza in fondo al solco che si forma aprendo gli occhi, mentre per un terzo deborda lateralmente e sarà quindi visibile, ma camuffabile, dopo alcuni giorni, con un ‘correttore’. Con il tempo generalmente essa diverrà pressoché invisibile.

Analogamente nella palpebra inferiore la ferita scorre lungo il bordo palpebrale (sotto le ciglia) e sporge lateralmente per circa 7-8 mm.

In alcuni casi è possibile eliminare le borse della palpebra inferiore senza incisioni cutanee, ma passando dall’interno attraverso la congiuntiva, quindi senza cicatrici esterne.

Blefaroplastica superiore
Blefaroplastica inferiore
La convalescenza

Le suture vengono di solito rimosse dopo 3-4 giorni.

E’ normale che dopo l’intervento compaiano lividi ed edema. Nei primi giorni è frequente che gli occhi brucino e che la luce dia fastidio. In genere sono necessarie circa 2 settimane per essere presentabili (eventualmente con l’aiuto del make-up), ma occorrono almeno due-tre mesi per apprezzare un risultato vicino a quello finale.

Le possibili complicazioni

Le più frequenti complicazioni di questo intervento sono le deformazioni del bordo palpebrale inferiore (dopo la blefaroplastica inferiore), in genere legate alla retrazione cicatriziale post-operatoria; in pratica la palpebra inferiore può tendere a spostarsi verso il basso, rendendo l’occhio più rotondo. Questo fenomeno può risolversi spontaneamente, ma in rari casi necessita di correzione chirurgica. Talora alcune suture profonde possono causare fastidi o gonfiori, che di solito si risolvono con il tempo, ricorrendo eventualmente a massaggi o ad infiltrazioni. Raramente si possono formare ematomi (raccolte di sangue all’interno dei tessuti), che devono essere evacuati. Ematomi profondi (eccezionali) che si raccogliessero dietro al bulbo oculare, potrebbero essere pericolosi per la funzione visiva. Le infezioni  dopo questo genere di intervento sono rarissime, riguardando di solito solo le zone nelle quali sono alloggiate particolari suture di sostegno e possono in genere essere risolte con una terapia adeguata. La qualità delle cicatrici  è generalmente ottima, ma in alcuni rari casi può anche essere scadente, a causa di problemi insiti nella stessa pelle o per fenomeni irritativi. Eccezionalmente può essere necessario riprendere cicatrici troppo larghe o spesse.

L’intervento

Utilizzando particolari protesi si può aumentare il volume e la proiezione dell’area zigomatica. L’impianto avviene attraverso incisioni effettuate all’interno della bocca oppure sotto le ciglia della palpebra inferiore. Se questo intervento è abbinato ad un lifting, si utilizzano le stesse incisioni che scorrono nelle pieghe davanti all’orecchio. In ogni caso le cicatrici sono in genere totalmente invisibili.

La convalescenza

E’ indispensabile che le protesi non si muovano dalla sede d’impianto, specie nei primi giorni. A tale scopo vengono  bloccate con una medicazione rigida e, talvolta, con una sutura che attraversa la pelle e che viene rimossa dopo 5 giorni. E’ quindi molto importante evitare anche di muovere molto l’area zigomatica, limitando i movimenti della bocca, le smorfie, ecc. E’ inoltre indispensabile assumere i farmaci prescritti (antibiotici, antinfiammatori e vitamine).

Le possibili complicazioni

Come tutte le procedure chirurgiche anche questo intervento è soggetto a complicazioni. La più frequente è la dislocazione, che bisogna soprattutto prevenire. Se però l’impianto si sposta dalla sede corretta, bisogna riposizionarlo con un semplice intervento di ritocco. In caso di infezione, evento estremamente raro, si può tentare di ricorrere ad una terapia antibiotica mirata, ma c’è anche il rischio di dover rimuovere la protesi, almeno temporaneamente.

L’intervento

Con la mentoplastica additiva si aumenta il volume e la proiezione del mento, grazie a  particolari protesi, che vengono inserite davanti alla parte anteriore della mandibola attraverso una breve incisione sotto il mento, che normalmente esita in una cicatrice pressoché invisibile. In alternativa l’incisione può essere effettuata all’interno della bocca, in fondo al solco posto dietro al labbro inferiore.

La convalescenza

Per almeno 4-5 giorni è indispensabile bloccare la protesi nella posizione corretta con robusti cerotti esterni o con una sutura che attraversa la pelle e poi viene rimossa. E’ anche necessario evitare di fare grandi movimenti con i mascellari. E’ quindi preferibile mangiare cibi morbidi e non spalancare troppo la bocca. Dopo l’intervento è normale che compaiano lividi ed un certo gonfiore. Bisogna ricordare di assumere i farmaci prescritti dal medico. Per avere un aspetto presentabile generalmente è necessaria almeno una settimana, ma per raggiungere il risultato definitivo a volte occorrono alcuni mesi.

Le possibili complicazioni

L’ intervento di mentoplastica additiva, come tutte le procedure chirurgiche è soggetto a complicazioni quali: l’ infezione, peraltro molto rara e generalmente risolvibile con un’adeguata terapia, che però può portare alla necessità di asportare, almeno temporaneamente l’ impianto protesico; l’ematoma (raccolta di sangue all’ interno della tasca), che per lo più compare nelle prime 24 ore e che deve essere drenato.  In alcuni casi la protesi può alloggiarsi in modo incorretto, rendendo quindi necessario un nuovo intervento di riposizionamento.

L’intervento

L’ intervento di otoplastica consiste nel posizionare più correttamente le orecchie troppo prominenti; in pratica di solito esse vengono collocate più vicino alla testa, così da migliorarne l’aspetto estetico. Se necessario, si possono correggere anche altri difetti come, ad esempio, l’altezza eccessiva delle orecchie, la mancanza delle loro normali pieghe o il volume eccessivo del lobo. Questa operazione offre di solito risultati molto naturali e definitivi.

La convalescenza

Dopo l’intervento è necessario mantenere per una settimana una medicazione protettiva a “turbante”. L’orecchio tende un po’a gonfiarsi (edema) e compaiano lividi (ecchimosi), che si risolvono di solito entro un paio di settimane. Tolta la medicazione, quando si va a dormire conviene indossare per 20-30 giorni una fascia per i capelli, poichè la sensibilità della zona può risultare alterata transitoriamente e quindi l’orecchio potrebbe essere piegato in avanti senza che ce ne si renda conto.

Le possibili complicazioni

Come tutti gli interventi chirurgici anche l’otoplastica è soggetta  a complicanze,  peraltro molto rare, quali l’ematoma (raccolta di sangue), che deve essere drenato e l’infezione, che si tratta con adeguata terapia antibiotica. Le cicatrici, nascoste dietro l’orecchio, sono di norma praticamente invisibili, ma in alcuni rari casi possono anche risultare spesse oppure larghe, di solito per problemi insiti nella pelle stessa o per fenomeni irritativi.

L’intervento

La rinosettoplastica consiste nel modellare la piramide ed il setto nasale, correggendo difetti estetici e funzionali (gibbo, punta larga, problemi respiratori, ecc.).

Talvolta è sufficiente eseguire esclusivamente la rinoplastica, cioè la parte più propriamente estetica della procedura. In entrambi i casi le incisioni vengono effettuate all’interno del naso e le corrispondenti cicatrici risultano quindi praticamente invisibili. Solo in rari casi si rende necessaria un incisione cutanea (esterna), che viene effettuata sulla columella (il pilastro che divide le due narici) e di norma esita in una cicatrice di buona qualità.

La convalescenza

Dopo l’ intervento è normale che compaiano lividi e gonfiore (ecchimosi ed edema) soprattutto sulle palpebre, che spesso hanno tendenza a migrare verso il basso e che di solito persistono per 10-15 giorni. La riduzione del gonfiore sul naso è un po’ più lenta e talvolta non avviene in maniera omogenea, poiché la cute che ricopre il dorso del naso è più sottile e più povera di ghiandole sebacee di quella che ricopre la punta. Di conseguenza  il dorso si sgonfierà più rapidamente rispetto alla punta, che apparirà al confronto più rigida ed edematosa. Talvolta potrebbe essere necessario infiltrare localmente farmaci antiinfiammatori (in caso di guarigione eccessivamente lenta) ed effettuare specifici massaggi con funzione linfodrenante. Bisogna seguire scrupolosamente le prescrizioni date dal medico (nel primo periodo evitare il sole e gli occhiali, non soffiarsi il naso, non chinarsi in avanti, ecc)

Le possibili complicanze

L’ intervento di rinosettoplastica, come tutte le procedure chirurgiche è soggetto a complicazioni quali il sanguinamento, l’infezione e la formazione di cicatrici di qualità scadente. Queste complicazioni si verificano raramente, mentre può invece essere necessario, con maggior frequenza, un ritocco (anche solo in anestesia locale) alla punta o al dorso del naso, se il risultato non fosse del tutto soddisfacente.

FILLERS

Acido ialuronico, idrossiapatite ed altri prodotti vengono utilizzati per attenuare alcune rughe del volto, (in particolare i solchi naso-genieni e il “codice a barre” del labbro superiore) e per aumentare il volume degli zigomi e delle labbra e/o il loro contorno. Queste sostanze riempitive (“fillers”) sono materiali normalmente innocui ottenuti mediante sintesi o purificazione di molecole pre-esistenti, del tutto simili  a quelle naturalmente presenti nel nostro organismo. Non sono materiali “a permanenza” e nel giro di alcuni mesi vengono riassorbiti, fatto che ne garantisce ulteriormente la sicurezza. Al fine di ridurre al minimo gli effetti indesiderati talvolta vengono iniettati in piccole dosi  ed in varie sedute.

TOSSINA BOTULINICA

La tossina botulinica ha la funzione di ridurre transitoriamente il tono e/o l’ipercontrattura di alcune parti dei muscoli responsabili dell’insorgenza delle rughe “mimiche”, come, ad esempio, le rughe glabellari (fra le sopracciglie), quelle frontali e le “zampe di gallina” a lato degli occhi. In molti casi si può riuscire anche a sollevare leggermente la parte laterale delle sopracciglia.

Per ottenere questi risultati il farmaco viene iniettato in microdosi nelle aree interessate. Raramente le iniezioni sono seguite dalla comparsa di piccoli lividi e gonfiore che si risolvono spontaneamente nel giro di qualche giorno. Il risultato di questo trattamento in genere è visibile nel giro di una settimana.

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